Ogni tanto penso che bisognerebbe lasciar andare tutto come deve andare, lasciar succedere le cose, seguire l'onda del proprio destino e stare a vedere dove ti porta... Altre volte penso che bisogna combattere e cercare di raggiungere quello che si vuole con tutte le proprie forze. Ma quando mi guardo indietro, non so mai ricostruire come sono andate realmente le cose, quali sono state le cause, quali le ragioni che mi hanno spinto a comportarmi in un certo modo. E allora torno a fare programmi per il futuro e sono sempre due le voci che mi si agitano nel cervello: una che dice di lasciar andare, l'altra che dice di prendere. E io alla fine non faccio nessuna delle due cose, continuo ad oscillare tra l'una e l'altra....

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Diet weight loss

mercoledì 20 maggio 2009

La massa informe

Qualche anno fa scoprì i "Baustelle" un gruppo indie-rock, li conoscete?...
...Ho ascoltato i due CD, prestando maggior attenzione alle parole, i testi mi hanno
incuriosità moltissimo, così ho cercato qualche approfondimento su alcuni testi, sulle storie che narrano, e beh dietro ogni canzone si cela un oscuro significato, una realtà amara :
Charlie fa surf , l'avrete sentita su qualche stazione radio o in strada qualcuno canticchiarla, molti pensano che sia una delle classiche canzonette mediocre per rockettari che si sballano, facendo solo attenzione al ritornello... Ma è palese che si tratti di un'aperta critica ai ragazzini che usano droghe
perché a 15 anni sono già annoiati e stanchi della vita ("vorrei morire a qst età"), e apatici (" vorrei star fermo mentre il mondo va") dall'altro lato vogliono incitare noi ragazzi a tornare sulla retta via, a darci una mossa...

Ma la canzone che mi ha colpito maggiormente e "A vita Bassa" , tutti noi ci riconosciamo per un un motivo o x un altro tra i versi di questa canzone:

“Professore lei non sa”
Dice oggi Monica
“Che la personalità,
Se la può permettere,
Se la può concedere,
Solo una piccola élite
Il cantante, l’attore, eccetera eccetera
E l’antidoto che ho Al futuro anonimo
E’ la scritta Calvin Klein E’ la firma D&G tatuata sugli slip
Sopra la vita dei jeans Che quest’anno va bassa Va bassa”
Ed i cantanti dalle radio cantano
Ed ogni anno foglie morte cadono
I calendari cambiano
I centravanti contano
E tutto il resto è inutile
“Hai ragione Monica
La sconfitta è storica
Ma non posso dirtelo
Posso solo piangerlo
E guardarti crescere
Come cresce l’edera

Come il rovo Su pietre e macerie”
Ed i cantanti dalle radio cantano
Ed ogni anno foglie morte cadono
I calendari cambiano Ed i famosi ridono
E tutto il resto è inutile
E le modelle per la strada sfilano
Ed ogni anno foglie morte nascono
Comete nuove cadono
Per un errore cosmico
E’ l’universo inutile.

Ecco l'articolo di giornale da cui hanno preso spunto nello scrivere la canzone


"I jeans a vita bassadelle quindicenni"di MARCO LODOLI:

INSEGNARE a scuola mette in contatto con le verità del giorno: è come raccogliere uova appena fatte, ancora calde, magari con il guscio un po' sporco. Gli storici interrogano i secoli, ma in una classe di una qualsiasi periferia italiana si ascolta il battere dei secondi. Ebbene, oggi una ragazza di quindici anni, un'allieva che non aveva mai rivelato una particolare brillantezza, ha fatto una riflessione che mi ha lasciato a bocca aperta.Eravamo negli ultimi dieci minuti di lezione, quelli che spesso si spendono in chiacchiere con gli alunni. La ragazza raccontava di volersi comprare un paio di mutande di Dolce e Gabbana, con quei nomi stampati sull'elastico che deve occhieggiare bene in vista fuori dai pantaloni a vita bassa. Io le obiettavo che lungo la Tuscolana, alle sei di pomeriggio, passeggiano decine e decine di ragazze vestite così.Non è un po' triste ripetere le scelte di tutti, rinunciare ad avere una personalità, arrendersi a una moda pensata da altri? E da bravo professore un po' pedante le citavo una frase di Jung: "Una vita che non si individua è una vita sprecata". Insomma, facevo la mia solita parte di insegnante che depreca la cultura di massa e invita ogni studente a cercare la propria strada, perché tutti abbiamo una strada da compiere.A questo punto lei mi ha esposto il suo ragionamento, chiaro e scioccante: "Professore, ma non ha capito che oggi solo pochissimi possono permettersi di avere una personalità? I cantanti, i calciatori, le attrici, la gente che sta in televisione, loro esistono veramente e fanno quello che vogliono, ma tutti gli altri non sono niente e non saranno mai niente. Io l'ho capito fin da quando ero piccola così. La nostra sarà una vita inutile. Mi fanno ridere le mie amiche che discutono se nella loro comitiva è meglio quel ragazzo moro o quell'altro biondo. Non cambia niente, sono due nullità identiche. Noi possiamo solo comprarci delle mutande uguali a quelle di tutti gli altri, non abbiamo nessuna speranza di distinguerci. Noi siamo la massa informe".Tanta disperata lucidità mi ha messo i brividi addosso. Ho protestato, ho ribattuto che non è assolutamente così, che ogni persona, anche se non diventa famosa, può realizzarsi, fare bene il suo lavoro e ottenere soddisfazioni, amare, avere figli, migliorare il mondo in cui vive. Ho protestato, mettendo in gioco tutta la mia vivacità dialettica, le parole più convincenti, gli esempi più calzanti, ma capivo che non riuscivo a convincerla. Peggio: capivo che non riuscivo a convincere nemmeno me stesso. Capivo che quella ragazzina aveva espresso un pensiero brutale, orrendo, insopportabile, ma che fotografava in pieno ciò che sta accadendo nella mente dei giovani, nel nostro mondo.A quindici anni ci si può già sentire falliti, parte di un continente sommerso che mai vedrà la luce, puri consumatori di merci perché non c'è alcuna possibilità di essere protagonisti almeno della propria vita. Un tempo l'ammirazione per le persone famose, per chi era stato capace di esprimere - nella musica o nella letteratura, nello sport o nella politica - un valore più alto, più generale, spingeva i giovani all'emulazione, li invitava a uscire dall'inerzia e dalla prudenza mediocre dei padri. Grazie ai grandi si cercava di essere meno piccoli. Oggi domina un'altra logica: chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori per sempre. Chi fortunatamente ce l'ha fatta avrà una vita vera, tutti gli altri sono condannati a essere spettatori e a razzolare nel nulla.Si invidiano i vip solo perché si sono sollevati dal fango, poco importa quello che hanno realizzato, le opere che lasceranno. In periferia ho conosciuto ragazzi che tenevano nel portafoglio la pagina del giornale con le foto di alcuni loro amici, responsabili di una rapina a mano armata a una banca. Quei tipi comunque erano diventati celebri, e magari la televisione li avrebbe pure intervistati in carcere, un giorno.Questa è la sottocultura che è stata diffusa nelle infinite zone depresse del nostro paese, un crimine contro l'umanità più debole ideato e attuato negli ultimi vent'anni. Pochi individui hanno una storia, un destino, un volto, e sono gli ospiti televisivi: tutti gli altri già a quindici anni avranno solo mutande firmate da mostrare su e giù per la Tuscolana e un cuore pieno di desolazione e di impotenza.

Commento personale:

Questa canzone come l'articolo del resto, mi ha trasmesso angoscia, ognuno di noi dovrebbe cercare di non dare troppo peso alla tv, si dovrebbe lottare per far sì che emerga la propria personalità, il talento, cercare di distinguersi dalla "massa informe", cercare di lasciare un segno a questo mondo.. Ma oggi sono tempi duri. In questa società che ormai si è arresa al conformismo, alla passività, abbandonata alle consuetudini, all'etica della rinuncia a che servirebbe? Finiremmo per essere beffeggiati, emarginati, ridicolizzati.. certo a meno che non si è famosi, allora in quel caso ogni gesto, ogni pensiero (anche il più banale), ogni modo di vestire diverrebbe "venerazione" e "motivo di stima"..e a noi, gente comune, non ci rimane che crescere, come cresce l'edera...attaccata ad altre piante, attaccati al pensiero comune per sopravvivere e vivera la nostra vita da spettatori.

Ognuno di noi dentro di sé, ha una peculiarità che è unica al mondo nel suo genere... almeno, io la penso così.. ci deve essere un segno di riconoscimento che ci distingue dagli altri 27 miliardi di persone, altrimenti non avrebbe senso che ognuno di noi nasca diverso dall'altro e non si tratta di una caratteristica fisica, si trova nelle profondità della nostra anima, nel nostro inconscio lo sappiamo, bisogna solo scoprire qual'è e farne tesoro...

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3 commenti:

  1. Splendido.
    Bellissimo canzone, ma sopratutto articolo.
    Ti dico in breve la mia idea..
    C'è chi segue la massa perchè crede di non poter far altro, e c'è gente come me, che non segue manco quella massa di ragazzi che da grandi saranno poco o niente, perchè non si sentono nemmeno all'altezza di questo.
    Il traguardo che io voglio raggiungere, non è la tv, ma voglio arrivare almeno all altezza della gente comune, perchè in questo momento mi sento sotto chiunque..
    Ed è vero a quindici anni ci si può gia sentire falliti, ma la verità è che io mi sento fallita dai primi tre anni di nascita, e quelle idee, quei momenti non li scorderò mai.

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  2. tesoro grazie del consiglio! quando finisco questa la comprerò :)
    smuuà

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  3. Interessante articolo. Mi ha stupita il fatto i aver intuito subito il centro del discorso, quasi mi sono fatta paura: ho pensato che quanto scritto fosse ovvio.
    Secondo me il problema non è della ragazzina che rinuncia ad esprimersi. Il problema sono tutti quelli che in 15 anni non l'anno mai ascoltata, osservata, capita. Se nessuno ti considera allora smetti di impegnarti ad esprimerti... una cosa del genere è successa anche a me in passato, anche se su tutt'altro piano, quindi lo capisco. :(

    RispondiElimina

C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cosa che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Se vuoi avere di più dalla vita devi liberarti della tua inclinazione alla sicurezza monotona e adottare uno stile più movimentato che al principio ti sembrerà folle, ma non appena ti ci sarai abituato, ne assaporerai il pieno significato e l'incredibile bellezza... [Jon Krakauer]
Dove tutto si unisce, dove ogni pensiero prende forma, dove il nascosto si
mostra, dove l'indicibile non è più tale...Complicatamente la mia mente...

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